Siamo giunti alla terza puntata della serie “Virus Tales”, nella precedente puntata, che puoi trovare qui, abbiamo parlato degli agenti patogeni virali responsabili delle epatiti. Nell’articolo di oggi invece tratteremo di un altro virus molto diffuso e con cui chiunque ha avuto a che fare almeno una volta nella vita: il virus dell’influenza stagionale. Questo virus è molto antico e colpisce l’umanità da millenni, forse anche da decine di millenni, il nome della malattia infatti deriva dal fatto che, in passato, si riteneva che la sua comparsa dipendesse dalla cattiva influenza degli astri.
Al giorno d’oggi è ben noto il fatto che, in realtà, la causa della malattia sia un virus, in particolare un virus appartenente alla categoria degli Orthomyxovirus. Questo virus è responsabile di una malattia respiratoria acuta caratterizzata da sintomi che possono essere lievi o severi, i più comuni di questi sono: la febbre, il mal di gola, il naso che cola e malessere generale. Questo virus solitamente presenta un tempo di incubazione che va da uno a quattro giorni, una volta comparsi i sintomi, generalmente essi durano meno di una settimana ed il malato va in contro a guarigione spontanea, l’unico trattamento necessario è quello che prevede l’uso antipiretici per abbassare la temperatura corporea.
Generalmente quindi, questo virus non provoca una malattia grave, ciò avviene solo in una minoranza di casi, come in anziani, persone già debilitate o immunodepressi. In questi casi la malattia può evolvere verso polmoniti virali anche gravi, per questi pazienti il trattamento con farmaci antivirali risulta fondamentale. Il lavaggio delle mani è consigliato nei periodi influenzali e riduce il rischio di infezione poiché il virus risulta inattivato dalle molecole di sapone. Nel caso ci si ammali e ci si trovi in prossimità di persone che potrebbero sviluppare delle complicanze gravi, è anche utile indossare una mascherina chirurgica.
La diffusione del virus avviene tramite le goccioline di saliva ed il muco che continuamente emettiamo parlando e respirando, queste particelle formano una nube definita aerosol, il quale può infettare altre persone o venire in contatto con superfici, contaminandole. Per questi motivi è importante coprirsi la bocca quando si starnutisce ed evitare di toccare troppi oggetti intorno a noi inutilmente, poichè poi, portandosi le mani alla bocca o agli occhi, si rischia di infettarsi. Nelle aree sensibili dove il virus può essere presente sulle superfici, come le cliniche private o gli ospedali, è raccomandabile la pulizia tramite agenti disinfettanti come l’alcool.
Esistono tre varietà di Orthomyxovirus capaci di infettare l’uomo, chiamati tipo A, tipo B e tipo C, il tipo A è largamente il più diffuso, mentre il tipo B ed il tipo C sono meno rappresentati. Uno dei motivi che rendono il tipo A il più frequente, è sicuramente la possibilità di infettare anche altri organismi, oltre che gli umani infatti questo virus infetta altri mammiferi e molti volatili.
Ciò che rende l’influenza stagionale diversa dalle altre malattie è che questa patologia è in grado di ripresentarsi ogni anno, ogni persona quindi sarebbe potenzialmente in grado di ammalarsi tutti gli anni. Ma perchè una volta contratto il virus non siamo protetti per tutta la vita? Se vi ricordate, nell’articolo scorso avevamo parlato del virus dell’epatite A, il quale una volta scacciato da un organismo, non riuscirà più a provocarvi la malattia poichè quell’organismo sarà immunizzato nei suoi confronti. Perchè questo non avviene anche con il virus dell’influenza, ma invece continuiamo ad ammalarci ogni anno?
Il virus dell’influenza è molto particolare, infatti cambia ogni anno. Ovviamente non si tratta di un cambiamento drastico, il virus rimane comunque simile a quello dell’anno precedente, tuttavia diventa abbastanza diverso da poter eludere le nostre difese, le quali invece sono tarate per l’infezione dell’anno precedente. Ogni anno il virus può cambiare di poco rispetto all’anno precedente, oppure può cambiare in maniera significativa, maggiore sarà la variabilità del nuovo ceppo e maggiore saranno le dimensioni dell’epidemia stagionale. Ma perchè il virus si manifesta con cadenza annuale solo nei mesi freddi dell’anno?
Questo non è totalmente chiaro, l’unica cosa che con certezza si conosce è che picco influenzale avviene in inverno nell’emisfero boreale e in estate in quello australe, questo perchè nei due emisferi le stagioni sono rovesciate. Una spiegazione che collegherebbe il freddo alla comparsa dell’influenza è quella che considera che, durante i mesi freddi, le persone passano la maggior parte del loro tempo in luoghi chiusi, magari affollati, come scuole e posti di lavoro. Una seconda spiegazione considera invece un’aria più secca che può rendere meno performanti le mucose. Inoltre è noto che il virus potrebbe sopravvivere maggiormente a temperature più basse, mentre il calore lo inattiva. Ma se il virus si manifesta solo nella stagione fredda, durante la stagione calda dove si rifugia?
Il virus si trova naturalmente all’interno di animali definiti “serbatoi”, che contengono cioè il virus e ne sono portatori sani, questi animali sono soprattutto i volatili come le oche e le anatre, all’interno delle quali il virus si replica liberamente e muta. E’ proprio all’interno di questi animali serbatoio che il virus si modifica e diviene diverso rispetto a quello dell’anno precedente, questo grazie agli errori compiuti durante i molti cicli replicativi. A volte capita che questi virus aviari acquisiscano la capacità di infettare anche altre specie, come altri animali e anche l’uomo, a questi fenomeni di deriva genica si attribuisce la comparsa dei virus influenzali annuali, i quali possono essere, come già detto, capaci di provocare malattie lievi o vere e proprie pandemie.
Per via di questa variabilità del virus, i soggetti che hanno avuto l’influenza in passato, non risultano protetti dalle epidemie che verranno. Sempre per colpa dell’imprevedibilità del patogeno, risulta anche difficile produrre un vaccino efficace e questo deve essere rivisitato con cadenza annuale così da poter “rincorrere” il virus che muta. A volte il vaccino risulta funzionante, altre volte però si propagano forme influenzali impreviste che possono sfociare in epidemie di portata globale.
Alcune di queste grandi epidemie del passato vengono ricordate ancora oggi per la loro violenza, la più grande di questa, chiamata influenza spagnola, colpì all’inizio del novecento circa un terzo della popolazione mondiale e fece tra i cinquanta ed i cento milioni di vittime. Fortunatamente, le influenze annuali sono normalmente blande ed un nuovo ceppo aggressivo si stima compaia solo circa ogni quaranta o cinquant’anni. Normalmente, l’influenza si diffonde nel mondo, provocando da tre a cinque milioni di casi gravi ed uccidendo fino a mezzo milione di persone l’anno.
Anche questo terzo articolo della serie “Virus Tales” è giunto al termine, speriamo di esserci spiegati adeguatamente riguardo a quest malattia che molto spesso sottovalutiamo ma che ha, purtroppo per noi, una portata mondiale.
Spero che tu abbia trovato interessante questo articolo! A presto!